L’acquedotto di Perugia, una storia che merita di essere raccontata

Piazza IV novembre, cuore del centro antico di Perugia, racchiude i monumenti e gli edifici più suggestivi della città, simboli caratterizzanti del capoluogo perugino. La Fontana Maggiore in primis, che costruita nel XIII secolo su disegno di frate Bevignate da Perugia e ornata da scultori del calibro di Nicolò e Giovanni Pisano con la collaborazione di Arnolfo di Cambio, rimane uno degli esempi più importanti dell’architettura medievale. La Fontana, da subito emblema dell’orgoglio perugino, venne realizzata nel 1275-78 per celebrare la costruzione dell’antico acquedotto cittadino.

 

Nonostante la data ancora incerta, si pensa sia stato proprio a Febbraio il giorno in cui, tra l’esultanza e l’incredulità totale dei nostri avi perugini, comparì per la prima volta l’acqua alla Fontana Maggiore.

Piazza IV Novembre – Perugia

Questo evento, al tempo considerato incredibile, fu realizzabile grazie al sofisticato sistema idrico dell’acquedotto, opera duecentesca di Boninsegna da Venezia e di Fra Bevignate.

L’ impianto si rivelò uno dei primi tentativi di risolvere il problema della carenza d’acqua portati a termine con successo e fu fonte di sostentamento idrico per i perugini fino all’800. Il progetto di riunire le sorgenti del monte Pacciano, non lontano da San Marco, fu poi ripreso nel 1827 da Giovanni Cerrini che riprogettò una nuova struttura sulle fila del primitivo tracciato. L’acquedotto era stato ideato con l’intento di tagliare chilometri di campagna umbra da Monte Pacciano attraverso S.Orfeto e S. Marco fino ad arrivare nel centro storico di Perugia e quindi alla Fontana.

Fontana Maggiore di Perugia

Oggi la prima immagine che si riconduce all’acquedotto è senza dubbio la tratta di Via Appia antica, alle pendici del Centro Storico, dove migliaia di turisti e perugini hanno la fortuna di passeggiare grazie al lavoro di riqualificazione urbana messo in atto subito dopo l’unificazione d’Italia. Ma l’acquedotto di Perugia racchiude molto di più della pur suggestiva e maestosa tratta pedonale di via Appia.

Coprendo più di 4 chilometri di percorso tra colline e avvallamenti, l’antico acquedotto è un sentiero di grande impatto tra natura, sorgenti ed opere di captazione antiche in grado di riportare gli avventori alla Perugia del XIII e XIV secolo e di testimoniare il genio encomiabile dei nostri predecessori.

Come può sembrare incredibile il fatto che i nostri avi siano riusciti in un’impresa idrica di tale portata senza l’ausilio di pompe o di qualsiasi altro strumento che avrebbe potuto rendere agevole una tanto maestosa quanto temeraria opera urbanistica, così sembra quasi sconvolgente il fatto che un’opera di grande rilievo per la nostra città sia lasciata alla deriva. L’acquedotto che rese Perugia conosciuta a livello nazionale si è infatti trasformato in uno spazio totalmente abbandonato.

Quella dell’acquedotto rimane invece una storia che merita di essere raccontata. Un’opera così importante per lo sviluppo di Perugia e così ardita per l’epoca in cui venne realizzata, dovrebbe essere d’ispirazione oggi per immaginare il futuro della nostra città almeno all’altezza del suo passato.

Ruderi dell’antico acquedotto

 

Nel 2008 vennero stanziati dei fondi europei volti a recuperare questo tesoro dismesso grazie ai quali fu possibile ristrutturare ed allestire a museo quella che era la casa del custode dell’acquedotto e realizzare un percorso pedonale ad anello lungo il condotto. Grazie a questo intervento si riuscì, seppur per un breve periodo, a riportare alla luce un momento di massimo splendore per Perugia in cui, secondo le testimonianze di Uguccione Ranieri di Sorbello, in tutta Italia si parlava della straordinaria città dove l’acqua saliva invece di scendere.

L’acquedotto rimane una delle tante testimonianze ancora tangibili ed efficienti di quella che è stata la vera grandezza di Perugia: si consideri che tutt’oggi il conservone di Monte Pacciano viene utilizzato come riserva d’emergenza nei periodi di siccità e nonostante questo ad oggi la struttura appare totalmente abbandonata.

In effetti il mantenimento e la valorizzazione di tali opere, oltre ad essere un’imposizione morale categorica per mantenere vivi quelli che furono i nostri gloriosi trascorsi storici, potrebbe essere considerata come un’importante possibilità di incrementare il reddito della città attraverso il turismo culturale. Il turismo è l’industria che più di ogni altra genera uno straordinario volume di reddito e sviluppo. L’Umbria e nello specifico Perugia si sono sempre distinte per la portata delle opere innovative nel corso della storia, basti pensare alle scale mobili dell’84’ e al tanto discusso Minimetrò progettato del celebre architetto Jean Nouvel. Tutte queste strutture, a partire da quelle d’impronta medievale alle più attuali, rendono la nostra città unica: uno scrigno di tesori a cui però molto spesso non viene attribuito il giusto valore. È infatti ormai conclamato come “semplicemente” possedere una seppur cospicua quota di beni culturali non sia sufficiente per attrarre la domanda di consumo culturale e turismo. Valorizzare è la parola d’ordine, un imperativo che racchiude in sé il rendere accessibili musei e aree archeologiche attraverso la loro manutenzione e indubbiamente la riqualificazione di tutta quella rete di servizi primari tra cui la comunicazione e la promozione.

Passaggio pedonale dell’acquedotto

 

Perugia è stata una città dai trascorsi storici estremamente importanti e risulta fondamentale tutelarne e valorizzarne il territorio sotto il profilo ambientale e culturale, cercando di risolvere le criticità presenti attraverso una strategia di sviluppo sostenibile.

Foto realizzate da Sara Fusini

 

La storia della Fontana Maggiore di Perugia e del suo acquedotto e i progetti per la sua riqualificazione e valorizzazione verranno approfonditi nel convegno organizzato da Rotary Perugia dal titolo “La Fontana Maggiore: storia di uno straordinario progetto” che si terrà giovedì 23 Giugno dalle ore 16.00 presso la Sala dei Notari di Perugia.

Tra gli ospiti dell’evento saranno presenti il Prof. Lucio Ubertini, direttore dell’Unesco Chair on Water Resources Management and Culture; Prof Franco Moriconi, Presidente RC Perugia; Andrea Romizi sindaco di Perugia, Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura e altri esperti del settore.

Programma del convegno