Peer review? No, Tinder Review!

Secondo la teoria del grande sociologo McLuhan, il mondo è un “villaggio globale”, sempre più piccolo e interconnesso grazie ai mass media e a internet. Siamo diventati una sorta di individui globali grazie alle nuove tipologie d’accesso alle comunicazioni e alle infinite possibilità di connessioni globali via internet, come sostiene Derrik De Kerckhove, erede intellettuale di McLuhan.
In effetti l’avvento di internet ha completamente mutato i rapporti e a oggi risulta lampante la straordinaria trasformazione comportamentale delle persone che fanno ricorso alle tecnologie elettroniche per gran parte delle abitudini quotidiane.
La rete, le app e i social network a essa connesse sono diventati indispensabili e le giornate sembrano essere scandite dal ritmo di messaggi, notifiche, accesso ad app, connessioni a social network. I canali di comunicazione sono ormai innumerevoli rendendo le nostre possibilità e capacità di interazione infinite.
Siamo quindi, a questo punto, inesorabilmente allineati all’approccio di immediatezza che questa nuova era ha creato, cambiando sostanzialmente anche i rapporti tra le persone. Esempio lampante di tale fenomeno sono senza dubbio le chat d’incontro. Prima fra tutte Tinder.
Con più di 50 milioni di iscritti, Tinder ha cambiato le regole di interazione tra le persone, il segreto del suo successo, sta proprio nella sua velocità e semplicità di utilizzo. Sostanzialmente, all’utente vengono presentate immagini di potenziali partner che si trovano nelle vicinanze. Trascinando l’immagine a destra, si indica apprezzamento per quella persona. Nel momento in cui due persone indicano mutuo apprezzamento si innesca il fatidico “match” e l’app le mette in contatto rendendo disponibile la chat.
L’app lanciata nel 2012 è stata scaricata più di 100 milioni di volte, insinuandosi nella quotidianità dei nostri rapporti interpersonali. Ed è proprio la semplicità ed il sistema rapido e divertente dell’app ad aver fatto accendere la lampadina a Jeff LeekLucy D’Agostino McGowan, e Nick Strayer, creatori di Papr.
Papr è  un’applicazione web che si ispira alla app di incontri Tinder, permettendo agli utenti di dare giudizi lampo riguardo gli articoli scientifici preprint, ossia articoli pubblicati online ma ancora non sottoposti a revisione, semplicemente scorrendo a destra, sinistra, in alto o in basso. Per il momento è possibile visionare solo gli abstract che possono essere valutati in una delle quattro categorie: “exciting and probable” ossia interessante e fondato, “exciting and questionable” interessante e discutibile, “boring and probable” noioso e probabile, e “boring and questionable” noioso e discutibile.
Il flusso infinito degli abstract degli articoli proviene dal server bioRxiv, un archivio online gratuito di preprint non ancora pubblicati, che funge da complemento disciplinare ai contenuti di arXiv.org, creato dal Cold Spring Harbor Laboratory, un’istituzione non-profit di ricerca.
Gli articoli scientifici sono una delle prime forme di trasmissione del sapere scientifico, il “paper” è infatti lo strumento attraverso il quale il ricercatore comunica al resto della comunità scientifica il risultato del proprio lavoro. Nell’editoria accademica una pubblicazione scientifica è uno scritto redatto in modo oggettivo, evidenziando in maniera trasparente e verificabile metodi e risultati riguardo un argomento scientifico.
La pubblicazione dell’articolo scientifico risponde perciò a un duplice scopo, quello di rendere il risultato del proprio studio disponibile agli altri ricercatori e quello di sottoporre quest’ultimo al controllo di qualità, garantito dallo stesso processo di pubblicazione.
Nella ricerca accademica viene infatti applicata una valutazione qualitativa basata sul giudizio tra “pari” o peer review, effettuata attraverso una valutazione esperta eseguita da specialisti del settore per verificarne l’idoneità alla pubblicazione scientifica su riviste specializzate. L’editore sottopone l’articolo al vaglio di revisori anonimi per valutare la qualità del prodotto. Se passa il processo di revisione l’articolo viene pubblicato.
Gran parte delle riviste oggi sono sul web seppur con differenti modalità. L’Open Access, ovvero la letteratura scientifica, digitale, on-line, gratuita e libera da alcune restrizioni dettate dalle licenze per i diritti di sfruttamento commerciale, rappresenta attualmente una realtà abbastanza consolidata, che permette appunto a chiunque abbia la possibilità di accedere ad internet di consultare materiale scientifico. Lo sviluppo dell’Open Access ha difatti rappresentato una vera e propria rivoluzione nella condivisione e nella fruizione del materiale scientifico.
Le riviste ad accesso aperto non sono molto differenti da quelle tradizionali, ad accesso riservato, se non per la possibilità di rendere disponibili i propri contenuti a tutto il mondo attraverso la rete, abbattendo gli enormi costi dell’editoria tradizionale. Come le tradizionali riviste gli Open Access Journals effettuano referaggio, ovvero gli articoli pubblicati sono peer reviewed secondo il processo descritto precedentemente che garantisce la qualità dei prodotti scientifici.
L’aumento del numero dei ricercatori e la necessità delle case editrici di ammortizzare i costi fissi di redazione, promozione e amministrazione hanno portato le stesse ad aumentare il numero di articoli scientifici pubblicati ogni anno. L’obiettivo di questa applicazione è quindi quello di farsi strada nel travolgente numero di nuovi articoli e scoprirne i punti in comune interdisciplinari.
Come sottolinea Jeff Leek, co-creatore di Papr, gli scienziati ed i ricercatori già utilizzano da tempo i social media per scoprire i nuovi articoli scientifici. E questa applicazione ha proprio lo scopo di semplificare questo processo e di catturare le valutazioni delle persone.
Le 4 categorie di giudizio permettono una valutazione lampo del prodotto, mantenendo la fulminea impronta di Tinder. E si differenziano la app da altri servizi come Pub Peer, sito che permette agli utenti di discutere e valutare i prodotti della ricerca scientifica, che offrono spazio per commenti più lunghi agli articoli e discussioni varie.
Il mondo della ricerca ha bisogno di creare nuove forme di connessione tra pari, e in questa ottica sono nati e stanno nascendo vari Social Network Sites dedicati ai ricercatori. ResearchGate ne è un esempio. Con i suoi oltre 2,4 milioni di utenti è un social network pensato per aiutare il ricercatore professionista a mantenere i contatti con i colleghi della sua area di ricerca. Migliaia di ricercatori dialogano dunque tra loro, si confrontano e creano delle vere e proprie aree di discussione sociale attraverso questo servizio di social networking scientifico.
Impossibile non menzionare inoltre Academia.edu, sito web per ricercatori dedicato alla condivisione delle pubblicazioni scientifiche. È stato lanciato nel settembre 2008 e conta oltre 50 milioni di utenti registrati. La piattaforma può essere utilizzata per condividere articoli, monitorare il proprio impact factor e seguire studiosi di tematiche specifiche.
Il mondo della scienza è stato travolto dai profondi mutamenti che la recente tecnologia internet e web-based ha messo in atto. L’attività di ricerca risulta infatti inserita in una catena comunicativa nella quale funge al contempo da promotrice e da oggetto di repentini cambiamenti. La comunicazione della scienza si è infatti gradatamente differenziata nella sua forma soppiantando la divulgazione scientifica tradizionale.
Tornando a Papr, la sua importanza risiede nel fatto di voler illustrare che servizi di preprint come bioRxiv, rendono possibile l’emergere di nuovi metodi di valutazione. Ma come dichiarato nel sito dell’app, al momento sono i creatori stessi del sistema a non prendersi troppo seriamente, asserendo di aver creato l’app esclusivamente per lo svago della comunità scientifica. I dati che si raccolgono non equivalgono certo ad una reale revisione tra pari, ma rivelano sicuramente qualcosa di importante riguardo al genere di articoli che le persone trovano interessanti e quello che invece li porta ad essere diffidenti in tema di ricerca scientifica.

 

http://www.rivistamicron.it/temi/papr-il-social-network-della-ricerca-scientifica/